Lezione sulla scadenza dell’olio. Quando acquistiamo una bottiglia di latte fresco, prima di metterla nel carrello, controlliamo la data di scadenza. Quando scegliamo la frutta ci preoccupiamo di osservarla bene per capire entro quanti giorni dovremmo consumarla. In generale, per i prodotti deteriorabili, sarebbe più comodo avere un’idea chiara innanzitutto della loro data “di nascita” in modo da capire il vero grado di freschezza. Non tutti i consumatori sono aggiornati sulle regole che la legge impone ai produttori e confezionatori di alimenti per l’assegnazione di un Termine Minimo di Conservazione (TMC) o Data di Scadenza. Dunque molto spesso conosciamo la fine, ma non l’inizio.
La scadenza dell’olio extravergine di oliva
Gli olii extravergine di oliva mostrano una continua evoluzione nel tempo delle caratteristiche sensoriali e chimiche. Tale evoluzione può essere lenta o rapida, può avere delle differenze notevoli da prodotto a prodotto, ma in linea generale essa è, in altri termini, una perdita graduale della qualità. La quantità e la tipologia di polifenoli presenti al momento della produzione e le condizioni di conservazione (luce, temperatura, tipo di contenitore) agiscono sull’andamento dell’invecchiamento dell’olio.
Dunque non c’è una legge semplice per calcolare una vera data di scadenza dell’olio. Ma con un può di esperienza e con qualche analisi alla mano, considerando le caratteristiche di partenza, si può presumere in maniera abbastanza verosimile per quanto tempo il prodotto potrà rimanere sotto la stessa denominazione commerciale.
Cosa previene l’invecchiamento dell’olio extravergine di oliva?
L’Extravergine è dotato di agenti antiossidanti protettivi, i polifenoli, che rallentano le ossidazioni. Maggiore è il numero di polifenoli, meglio potrà tutelarsi. Inoltre tenere il prodotto in contenitori ermetici di materiale idoneo, riempiti fino all’orlo, al buio e lontano da fonti di calore o da sbalzi di temperatura può aiutare molto. Gli accorgimenti devono essere comunque presi non solo dal produttore e/o confezionatore, ma anche dal cliente finale che porta le lattine o le bottiglie a casa, al fine di ridurre al minimo le trasformazioni. Tuttavia l’EVO dopo un anno, due anni di vita non può più vantare la stessa freschezza che aveva quando appena prodotto. È consigliabile sempre consumarlo giovane.
Qual è la data di scadenza dell’olio extravergine di oliva?
L’EVO non ha una vera e propria data di scadenza, ma sull’imballaggio deve di norma essere indicata una data che indica entro quale periodo consumarlo “preferibilmente”. Esso viene stoccato, anche per lunghi periodi, in grandi serbatoi prima della fase di imbottigliamento o riempimento delle lattine e BagInBox. È consentito confezionare il prodotto a distanza di un mese, sei mesi, un anno o più dalla data di produzione. In questo momento il produttore sceglie, sotto la propria responsabilità, quale TMC scrivere in etichetta. La data del TMC è una scelta che si dovrebbe basare sulla valutazione dello stato di ossidazione del prodotto, fatta al momento del confezionamento. La legge dice che il TMC deve essere stabilito calcolando una durata massima di 18 mesi a partire dalla data di confezionamento. Se il produttore ritiene che per un olio 18 mesi siano eccessivi, è libero di indicarne un numero inferiore. Questo comporterebbe la riduzione del tempo di permanenza sul mercato, e quindi delle possibilità di vendita, ma al contempo ridurrebbe il rischio che il prodotto perda, prima della data indicata come TMC, le caratteristiche organolettiche e chimiche che consentono una classificazione merceologica come olio extra vergine di oliva.
La campagna di produzione
C’è un altro punto. Con gli aggiornamenti recenti, il normatore italiano ha imposto di rendere noto l’anno della campagna di raccolta delle olive, eccetto per le miscele di annate diverse. I mesi della campagna olearia possono coprire un periodo molto ampio che va da ottobre a febbraio, dunque l’indicazione è data dai due anni in cui cade questo arco di tempo (“2018/2019”). Facciamo un esempio. Un serbatoio viene riempito interamente con l’olio prodotto nel mese di dicembre anno 2018. Una parte viene confezionata immediatamente e presenterà scadenza a giugno 2020 e campagna 2018/2019. Un’altra parte viene confezionata a luglio 2019 e presenterà scadenza a dicembre 2020 campagna 2018/2019. Nello stesso momento, a luglio 2019, viene completato lo svuotamento di un silos dell’anno precedente, miscelato al serbatoio più fresco, e le bottiglie riempite da questa miscela presenteranno scadenza a dicembre 2020 e nessuna indicazione sulla campagna. Non ci sono limiti sull’epoca del confezionato. Pertanto grazie all’indicazione della campagna di produzione il consumatore può verificare con maggior precisione quale sia l’età del prodotto e scegliere con più serenità.
FOCUS ON:
Leggere correttamente l’etichetta
Il primo strumento che abbiamo per conoscere un prodotto è l’etichetta. Imparare a leggerla correttamente, ma soprattutto capire quali sono le norme alla base di ogni indicazione è fondamentale per orientarsi al meglio nel mercato…
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